Piketty-Capitale-ajk$0# 1,14797,946,eco,ita,20170302,20170414,5,Thomas Piketty: Il capitale nel XXI secolo ama,https://www.amazon.com/s/ref=nb_sb_ss_i_1_7?url=search-alias%3Ddigital-text&field-keywords=piketty+capital+in+the+twenty-first+century&sprefix=Piketty%2Cundefined%2C264&crid=2UXFICZL9BTJD eng,https://www.amazon.com/review/R2U625TBBTUKAG/ref=pe_1098610_137716200_cm_rv_eml_rv0_rv Thomas Piketty (French: [tɔˈma pikɛˈti]; born on 7 May 1971) is a French economist who works on wealth and income inequality. He is a professor (directeur d'études) at the École des hautes études en sciences sociales (EHESS), professor at the Paris School of Economics and Centennial professor at the London School of Economics new International Inequalities Institute. He is the author of the best-selling book Capital in the Twenty-First Century (2013), which emphasises the themes of his work on wealth concentrations and distribution over the past 250 years. The book argues that the rate of capital return in developed countries is persistently greater than the rate of economic growth, and that this will cause wealth INDICE GENERALE Introduzione PARTE PRIMA REDDITO E CAPITALE 1. Reddito e prodotto 2. La crescita: illusioni e realtà PARTE SECONDA LA DINAMICA DEL RAPPORTO CAPITALE/REDDITO 3. Le metamorfosi del capitale 4. Dalla Vecchia Europa al Nuovo Mondo 5. Il rapporto capitale/reddito sul lungo periodo 6. La divisione capitale-lavoro nel XXI secolo PARTE TERZA LA STRUTTURA DELLE DISUGUAGLIANZE 7. Disuguaglianze e concentrazione: primi riscontri 8. I due mondi 9. La disuguaglianza dei redditi da lavoro 10. La disuguaglianza della proprietà da capitale 11. Merito ed eredità sul lungo periodo 12. La disuguaglianza mondiale dei patrimoni nel XXI secolo PARTE QUARTA RECOLARE IL CAPITALE NEL XXI SECOLO 13. Uno stato sociale per il XXI secolo 14. Ripensare l’imposta progressiva sul reddito 15. Un’imposta mondiale sul capitale 16. La questione del debito pubblico Conclusioni 81,2,Introduzione 87,h,il capitalismo produce automaticamente disuguaglianze insostenibili, arbitrarie, che rimettono in questione dalle fondamenta i valori meritocratici sui quali si reggono le nostre società democratiche. 95,3,Un dibattito senza fonti? 122,h,L’analisi intellettuale, infatti, non potrà mai porre fine ai violenti conflitti politici suscitati dalle disuguaglianze. La ricerca condotta dalle scienze sociali, non avendo la pretesa di trasformare l’economia, la sociologia e la storia in scienze esatte, è e resterà sempre imperfetta. 131,3,Malthus, Young e la Rivoluzione francese 131,p,Thomas Malthus, 131,a,1798 il suo Saggio sul principio di popolazione, 139,p,Arthur Young, agronomo inglese che ha attraversato le strade del regno di Francia nel 1787 e nel 1788 alla vigilia della Rivoluzione, 158,a,1798 Malthus pubblica nel 1798 il suo famoso Saggio, ,3,Ricardo: il principio di rarità 167,a,1817 Per Ricardo, il quale pubblica nel 1817 i suoi Principi dell’economia politica e dell’imposta, 187,d,“principio di rarità”, 196,h,prezzi dei terreni agricoli con quello degli immobili urbani nelle grandi capitali, o con il prezzo del petrolio. In entrambi i casi, se si estende al periodo 2010-50 o 2010-2100 la tendenza osservata dal 1970 agli anni dieci del XXI secolo, si arrivano a ipotizzare squilibri economici, sociali e politici di vasta portata, sia tra un paese e l’altro, sia all’interno dello stesso paese, squilibri che potrebbero davvero far pensare all’apocalisse ricardiana. 205,l,Qatar: 205,h,L’importante è capire fin d’ora che il gioco della domanda e dell’offerta non impedisce affatto una tale eventualità, vale a dire uno squilibrio sempre più forte e duraturo nella distribuzione delle ricchezze, legato al flusso estremamente mobile di determinati prezzi relativi a determinati beni. 205,3,Marx: il principio di accumulazione infinita 224,s,nessuna diminuzione strutturale delle disuguaglianze si produce prima della prima guerra mondiale. 235,s,le uniche vere cause della riduzione delle disuguaglianze dopo la Rivoluzione industriale. 244,a,1848, alla vigilia della Primavera dei popoli, ha già pubblicato il Manifesto del Partito comunista, 254,a,1867, Capitale viene pubblicato nel 1867, ma Marx muore nel 1883 254,h,Come Ricardo, Marx intende incentrare il proprio lavoro sull’analisi delle contraddizioni logiche connaturate al sistema capitalista. Aspira così a distinguersi sia dagli economisti borghesi (che vedono nel mercato un sistema autoregolato, ossia capace di equilibrarsi da solo, senza contraccolpi di rilievo, a somiglianza della “mano invisibile” di Smith e della “legge degli sbocchi” di Say), 263,d,“principio di accumulazione infinita”, vale a dire la tendenza inevitabile del capitale ad accumularsi e concentrarsi su scala illimitata, senza un termine naturale, da cui discende la soluzione apocalittica prevista da Marx: o si arriva a un calo tendenziale del tasso di profitto del capitale 290,b,201703031238: + 16 = 16 = 2% 291,3,Da Marx a Kuznets: dall’apocalisse alla favola 291,s,Secondo la teoria di Kuznets, le disuguaglianze di reddito sono infatti destinate, nelle fasi avanzate dello sviluppo capitalistico, a diminuire spontaneamente, quali che siano le politiche seguite o le caratteristiche del paese, fino a stabilizzarsi a un livello accettabile. 300,h,Un’espressione anglosassone riassume fedelmente la filosofia del momento: “Growth is a rising tide that lifts all boats” (La crescita è un’alta marea che solleva in alto tutti i battelli). 310,a,1953 dell’opera monumentale dedicata da Kuznets a Shares of upper income groups in income and savings (La quota di redditi elevati nella composizione del reddito e del risparmio). ,p,1953 dell’opera monumentale dedicata da Kuznets a Shares of upper income groups in income and savings (La quota di redditi elevati nella composizione del reddito e del risparmio). 347,3,La curva di Kuznets: una buona notizia in tempi di guerra fredda ,a,1955 con il titolo “Economic Growth and Income Inequality” (Crescita economica e disuguaglianza del reddito), che costituisce l’atto di nascita della teoria della “curva di Kuznets”. ,d,(Crescita economica e disuguaglianza del reddito), che costituisce l’atto di nascita della teoria della “curva di Kuznets”. 376,d,In larghissima misura, la teoria della “curva di Kuznets” è insomma il frutto della guerra fredda. 385,3,Rimettere la questione della distribuzione al centro dell’analisi economica 403,s,Invece, oggi, non abbiamo alcuna ragione di credere nel carattere automaticamente equilibrato della crescita. 412,3,Le fonti utilizzate in questo libro!s,la seconda riguarda i patrimoni, la loro distribuzione e il rapporto tra patrimoni e redditi. 462,p,Jesper Roine e da Daniel Waldenström, a partire dalle fonti storiche svedesi, sono ugualmente ricchi di insegnamenti.29 472,h,La disuguaglianza non è necessariamente cattiva in sé: la questione centrale è sapere se è giustificata, se ha una sua ragion d’essere. centrale è sapere se è giustificata, se ha una sua ragion d’essere. 510,b,201703041248: + 12 = 28 = 3% 513,3,I principali risultati ottenuti in questo libro 513,h,La prima lezione è che occorre diffidare, in una materia del genere, di ogni determinismo economico: la storia della distribuzione delle ricchezze è sempre una storia profondamente politica, che non si esaurisce nell’individuazione dei meccanismi puramente economici. 522,s,Il principale fattore di convergenza sono i processi di diffusione delle conoscenze e di investimento sulle competenze e nella formazione. 540,h,il progressivo adeguamento alla razionalità tecnica comporterebbe automaticamente la vittoria del capitale umano sul capitale finanziario e immobiliare, del personale dirigente meritevole sugli azionisti oziosi, della competenza sul nepotismo. In tal senso, le disuguaglianze diventerebbero di per sé più meritocratiche e meno immutabili (se non meno evidenti) nel corso della storia: in qualche modo, la razionalità economica si tradurrebbe meccanicamente, se così fosse, in razionalità democratica. 559,3,Fattori di convergenza, fattori di divergenza 559,h,L’assenza di un investimento adeguato nella formazione può impedire a interi gruppi sociali di accedere ai benefici della crescita, o può determinarne la discesa nella scala sociale rispetto a nuovi soggetti entranti, com’è dimostrato dal riequilibrio mondiale attualmente in corso (gli operai cinesi prendono il posto degli operai americani e francesi, e così via). 625,h,Questa disuguaglianza fondamentale, che esprimeremo con la formula r > g – dove r indica il tasso annuo di rendimento da capitale (vale a dire quanto rende in media il capitale nel corso di un anno, sotto forma di profitti, dividendi, interessi, affitti e altri redditi da capitale in percentuale del suo valore) e g indica il tasso di crescita (vale a dire la crescita annua del reddito e del prodotto) – ricoprirà nel libro un ruolo essenziale. Anzi, in qualche modo, ne riassumerà la logica d’insieme. 654,h,la disuguaglianza di fondo r > g, massimo fattore di divergenza nel nostro schema esplicativo, non ha niente a che vedere con una qualunque imperfezione di mercato. 663,3,Il quadro geografico e storico 664,d,WTID=World Top Incomes Database 691,d,La Rivoluzione francese non ha certo creato una società giusta e ideale. Vedremo tuttavia che essa ha avuto quantomeno il merito di creare un formidabile osservatorio della ricchezza: il sistema di registrazione dei patrimoni terrieri, immobiliari e finanziari istituito tra il 1790 e il 1800 è sorprendentemente universale e moderno per l’epoca, e spiega perché, in Francia, le fonti relative alle successioni sono forse le più ricche al mondo sul lungo periodo. 691,h,che al momento della Dichiarazione d’indipendenza contavano appena 3 milioni di abitanti, nel primo decennio del Novecento raggiungono i 100 milioni e oggi superano i 300 milioni. 728,h,l’uguaglianza dei diritti nel mercato non è sufficiente per garantire uguaglianza dei diritti tout court. 728,3,Il quadro teorico e concettuale 754,h,Ho subito realizzato che, dai tempi di Kuznets, non era stato portato avanti nessun serio lavoro di organizzazione dei dati storici circa la dinamica delle disuguaglianze (compito al quale mi sono dedicato dopo il mio ritorno in Francia) e che la professione continuava a produrre risultati meramente teorici, senza nemmeno sapere quali fatti spiegare, aspettandosi che io facessi lo stesso. 763,p,’École des Hautes Études en Sciences Sociales, una scuola che ha annoverato grandi nomi, da Lucien Febvre a Fernand Braudel, da Claude Lévi-Strauss a Pierre Bourdieu, da Françoise Héritier a Maurice Godelier, a tanti altri ancora. Devo confessarlo, a rischio di sembrare sciovinista nella mia visione delle scienze sociali? Ammiro molto più studiosi come i precedenti che non Robert Solow, o lo stesso Simon Kuznets 773,h,specialisti e i cultori di tutte le scienze sociali trovassero qualche motivo d’interesse per le ricerche esposte in questo libro, a cominciare da tutti coloro che dicono di “non sapere niente di economia” ma che coltivano spesso opinioni molto ferme sulla disuguaglianza dei redditi e della ricchezza, fatto peraltro molto naturale. 782,d,Per esempio, le nozioni di reddito e di capitale, di tasso di crescita e di tasso di rendimento sono concetti astratti, costruzioni teoriche, e non certezze matematiche. 782,d,legge α = r × β (secondo la quale la quota di capitale nella composizione del reddito nazionale equivale al prodotto del tasso di rendimento da capitale moltiplicato per il rapporto capitale/reddito), oppure la legge β = s/g (secondo la quale il rapporto capitale/reddito è pari, sul lungo termine, al rapporto tra il tasso di risparmio e il tasso di crescita). 791,3,Piano dell’opera 828,h,Resta nondimeno il fatto che le lezioni della storia sono utili per cercare di capire un po’ più chiaramente quali saranno le scelte e le dinamiche operanti nel secolo che si è aperto da poco. È questo l’unico obiettivo, l’obiettivo di fondo, del libro. 866,d,Cfr. Kuznets, Economic Growth, cit., pp. 12-18. La curva di Kuznets viene a volte chiamata “curva a U rovesciata” (“inverted-U-curve”). Il meccanismo specifico descritto da Kuznets si fonda sull’idea di uno spostamento progressivo della popolazione da un settore agricolo povero a un settore industriale ricco (all’inizio, sarà solo una minoranza a beneficiare delle ricchezze del settore industriale – da qui una crescita delle disuguaglianze – ma successivamente ne beneficeranno tutti – da qui la riduzione delle stesse), e ovviamente questo meccanismo, alquanto essenziale, può assumere una forma più generale (ad esempio con trasferimenti progressivi di manodopera all’interno di settori industriali diversi, o differenti lavori più o meno remunerativi ecc.). 990,3,La divisione capitale-lavoro sul lungo periodo: non così stabile 944,1,PARTE PRIMA REDDITO E CAPITALE 945,2,1. Reddito e prodotto 1000,i,libri di testo, 1037,3,La nozione di reddito nazionale 1045,d,nozione di “prodotto interno lordo” (PIL), 1045,d,sottrarre dal PIL la svalutazione del capitale che ha concorso a realizzare il prodotto, vale a dire l’usura di edifici, infrastrutture, macchinari, veicoli, computer ecc.: una notevole quantità di denaro – oggi, nella maggioranza dei paesi, stimabile intorno al 10% del PIL 1045,s,Prima di distribuire salari ai lavoratori e dividendi agli azionisti, o di realizzare nuovi investimenti (in senso effettivo), occorre iniziare a sostituire o riparare il capitale usurato. 1084,d,Reddito nazionale = prodotto interno + redditi netti dall’estero 1084,d,Viceversa, tutto il prodotto deve essere distribuito sotto forma di redditi – in un modo o in un altro: sia in forma di salari, trattamenti, spettanze, indennità ecc. versati ai salariati e alle persone 1095,3,Che cos’è il capitale? 1095,d,Reddito nazionale = redditi da capitale + redditi da lavoro 1103,d,Esistono molte ragioni per escludere il capitale umano dalla nostra definizione di capitale. La più evidente è che il capitale umano non può essere posseduto da un’altra persona, né scambiato sul mercato, o comunque non su base permanente. Il che costituisce una differenza essenziale rispetto alle altre forme di capitale. 1130,3,Capitale e patrimonio 1130,d,Per semplificare l’esposizione, utilizzeremo le parole “capitale” e “patrimonio” in modo intercambiabile, come due perfetti sinonimi. 1139,d,Tutte le forme di capitale hanno sempre svolto un duplice ruolo, da una parte come riserva di valore e dall’altra come fattore di produzione. Ci è quindi parso più semplice non imporre una distinzione rigida tra il concetto di patrimonio e il concetto di capitale. 1149,d,Riassumendo. Definiremo “patrimonio nazionale” o “capitale nazionale” il valore totale, calcolato sui prezzi di mercato, di tutto ciò che possiedono i residenti e i governi di un dato paese in un dato momento, e che può essere scambiato sul mercato. 1159,d,Patrimonio nazionale = patrimonio privato + patrimonio pubblico 1178,s,Patrimonio nazionale = capitale nazionale = capitale interno + capitale estero netto 1187,b,201703051201: + 38 = 66 = 8% 1188,3,Il rapporto capitale/reddito 1197,d,Il reddito è un flusso. Corrisponde alla quantità di ricchezza prodotta e distribuita nel corso di un dato periodo (in genere, come periodo di riferimento, si sceglie un anno). ,,Il capitale è uno stock. Corrisponde alla quantità totale di ricchezza posseduta in un dato momento. Lo stock proviene dalle ricchezze acquisite o accumulate nel corso di tutti gli anni precedenti. ,,Il modo più naturale e più fruttuoso per misurare la rilevanza del capitale in una data società consiste nel dividere lo stock di capitale per il flusso annuo di reddito. L’indice capitale/reddito, o rapporto capitale/reddito, lo chiameremo β. ,h,Per esempio, se il valore totale del capitale di un paese equivale a sei anni di reddito nazionale, avremo allora la formula β = 6 (o β = 600%). ,s,Attualmente, nei paesi sviluppati, il rapporto capitale/reddito si colloca in genere tra 5 e 6, e proviene quasi unicamente dal capitale privato. 1206,h,Il fatto che il reddito nazionale, oggi, nei paesi ricchi, si aggiri intorno ai 30.000 euro pro capite all’anno (2500 euro al mese) non significa evidentemente che ciascun abitante disponga di tale somma. Come tutte le medie, il reddito medio maschera enormi disparità: di fatto, molti hanno un reddito nettamente inferiore ai 2500 euro al mese, e altri hanno redditi che superano i 2500 euro molte decine di volte. Le disparità di reddito provengono da un lato dalla disuguaglianza dei redditi da lavoro, dall’altra dalla disuguaglianza ancor più forte dei redditi da capitale, la quale deriva a sua volta dall’estrema concentrazione dei patrimoni 1235,3,La prima legge fondamentale del capitalismo: α = r × β 1235,d,α = r × β Dove r è il tasso di rendimento medio del capitale. Per esempio, se β = 600% e r = 5%, avremo α = r × β = 30%. 1243,h,La formula α = r × β è una pura uguaglianza contabile. Viene applicata in tutte le società e in tutte le epoche, per definizione. Per quanto sia tautologica, essa deve comunque essere considerata la prima legge fondamentale del capitalismo, in quanto consente di collegare in modo semplice e trasparente i tre concetti più importanti per l’analisi del sistema capitalista: il rapporto capitale/reddito, la quota di capitale nel reddito e il tasso di rendimento del capitale. 1243,i,concetto basilare 1262,w,cedole.kuponkeja 1262,h,In concreto, il reddito nazionale di circa 30.000 euro pro capite attualmente in vigore nei paesi ricchi si scompone approssimativamente in 21.000 euro di reddito da lavoro (70%) e 9000 euro di reddito da capitale (30%). Ogni abitante possiede un patrimonio medio di 180.000 euro, per cui il reddito da capitale di 9000 euro pro capite annuo che l’abitante riceve corrisponde a un rendimento medio del 5% annuo. 1271,h,Per il momento, gli ordini di grandezza enunciati in precedenza (β = 600%, α = 30%, r = 5%) possono considerarsi dei validi punti di partenza. 1310,i,variano notevolmente a seconda delle imprese. 1319,d,seconda legge fondamentale del capitalismo, secondo la quale il rapporto β di una società è tanto più elevato quanto più è rilevante il tasso di risparmio e quanto più è basso il tasso di crescita. ,,livelli assunti dal rapporto capitale/reddito β, dalla quota di capitale α e dal tasso di rendimento r, queste tre grandezze non possono essere fissate indipendentemente l’una dalle altre. Sul piano concettuale, esistono due gradi di libertà, non tre. ,3,Il bilancio nazionale, una costruzione sociale in divenire 1328,p,William Petty (1664) e Gregory King (1696) per l’Inghilterra, e di Boisguillebert (1695) e Vauban (1707) per la Francia. 1376,h,Tutti capiscono che è ormai impossibile analizzare il capitalismo patrimoniale di questo inizio di XXI secolo con gli strumenti degli anni cinquanta, sessanta e settanta del Novecento. 1386,h,I conti nazionali sono l’unico tentativo sistematico e coerente di analisi dell’attività economica di un paese. E devono essere considerati uno strumento di analisi, limitato e imperfetto, un modo di comporre e ordinare dati tra loro molto disomogenei. 1404,3,La distribuzione mondiale del prodotto 1435,3,Dai blocchi continentali ai blocchi regionali 1441,w,PIL..Prodotto interno lordo Valore totale dei beni e servizi prodotti in un Paese 1441,h,A livello mondiale, la popolazione è, nel 2012, vicina ai 7 miliardi, e il PIL supera leggermente i 70.000 miliardi di euro – da qui un PIL pro capite quasi esattamente pari a 10.000 euro. equivalente a un reddito mensile medio di 760 euro pro capite 1451,h,blocco Russia/Ucraina, il cui PIL pro capite è di circa 15.000 euro, appena il 50% al di sopra della media mondiale.22 La stessa Unione Europea è relativamente eterogenea, comprendendo da un lato 410 milioni di abitanti dell’ex Europa occidentale (di cui tre quarti nei cinque paesi più popolati: Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna), con un PIL medio pro capite che si aggira intorno ai 31.000 euro, e dall’altra 130 milioni di abitanti dell’ex Europa dell’Est, con un PIL medio di circa 16.000 euro, poco lontano da quello del blocco Russia/Ucraina.23 1469,3,La disuguaglianza mondiale: da 150 euro mensili a 3000 euro mensili 1488,h,Nel 2012, 1 euro valeva in media sul mercato dei cambi 1,3 dollari. 1538,s,mondo sembra ormai decisamente entrato in una fase di convergenza tra paesi ricchi e paesi poveri. 1546,3,La distribuzione mondiale del reddito: più disuguale del prodotto 1571,w,divario,kuilu, 1581,3,Quali fattori aiutano la convergenza tra paesi? 1600,i,è possibilissimo 1619,h,Il paese si trova così preso nella morsa di un’interminabile alternanza di governi rivoluzionari (dall’efficacia spesso ridotta per quanto riguarda il miglioramento effettivo delle condizioni di vita della popolazione) e di governi che proteggono i proprietari in campo e aprono così la strada a nuove rivoluzioni o colpi di Stato successivi. ,,l’autarchia non è mai stata fonte di prosperità. I paesi asiatici hanno con tutta evidenza beneficiato dell’apertura ai capitali mondiali per colmare parte del loro ritardo. 1628,h,Riassumendo, l’esperienza storica suggerisce che il principale meccanismo di convergenza tra paese e paese è la diffusione delle conoscenze, a livello internazionale e a livello nazionale. In altri termini, i più poveri recuperano sui più ricchi nella misura in cui attingono il medesimo livello di sapere tecnologico, di qualificazioni, di cultura, evitando di diventare proprietà dei paesi più ricchi. 1638,h,che permettano di investire in misura massiccia nella formazione delle persone, sempre garantendo un quadro legale condivisibile per i diversi attori. Ciò è dunque intimamente legato al processo di costruzione di un potere pubblico legittimo ed efficiente. È questa, in rapida sintesi, la lezione di fondo che scaturisce dall’esame dell’evoluzione storica della crescita mondiale e delle disuguaglianze tra paese e paese. 1676,h,La formula α = r × β si legge “α uguale r moltiplicato per β”. Per cui, “β = 600%” equivale a “β = 6”, così come “α = 30%” equivale a “α = 0,30”, e “r = 5%” equivale a “r = 0,05”. 1780,b,201703061213: + 33 = 99 = 12% 1782,2,2. La crescita: illusioni e realtà 1787,d,la crescita della popolazione da una parte e la crescita del prodotto pro capite dall’altra. In altri termini, la crescita comprende sempre, di per sé, una componente puramente demografica e una componente puramente economica, ma è la seconda l’unica in grado di consentire il miglioramento delle condizioni di vita. 1797,3,La crescita sul lunghissimo periodo 1823,3,La legge della crescita cumulata 1861,3,Le tappe della crescita demografica 1934,w, capovolgimento 1983,3,La crescita, fonte di livellamento dei destini 2039,b,201703080150: + 14 = 113 = 14% 2040,3,Le tappe della crescita economica 2090,3,Che cosa significa un potere d’acquisto moltiplicato per dieci? 2127,w,stoviglie,astiat, 2207,h,tra il 1700 e il 2012 (da 70 euro mensili a 760) e per venti (e oltre) nei paesi più ricchi (da 100 euro mensili a 2500). Se però teniamo conto delle difficoltà legate al calcolo di trasformazioni tanto radicali, soprattutto se cerchiamo di sintetizzarle in un indicatore unico, dobbiamo ribadire che cifre del genere non vanno in alcun modo sopravvalutate, anzi, vanno considerate dei semplici valori di grandezza. 2207,3,La fine della crescita? 2251,3,Con l’1% di crescita annua una società si rinnova profondamente 2260,h,Attualmente, però, le nostre vite hanno subito una trasformazione profonda: nei primi anni ottanta non esistevano né Internet né il telefono cellulare, i trasporti aerei erano inaccessibili alla maggioranza della popolazione, la maggior parte delle tecnologie mediche di punta oggi disponibili non esisteva e la possibilità di continuare a studiare fino all’università riguardava soltanto una minima parte della popolazione. Nel campo delle comunicazioni, dei trasporti, della sanità e della scuola i cambiamenti sono stati profondi. ,,trent’anni fa non esistevano, in una misura che va da un quarto a un terzo, mestieri e attività oggi assai produttive. 2279,3,Dopo i “Trente glorieuses”: destini incrociati tra le due sponde dell’Atlantico 2331,3,La doppia curva a U rovesciata della crescita mondiale 2350,h,confermata sugli stessi livelli tra il 1900 e il 2012 – grazie al recupero dell’Asia, in particolare della Cina, la cui crescita tra il 1990 e il 2012 ha superato, secondo le statistiche ufficiali, il 9% annuo (un livello mai toccato da nessun paese nella storia). 2395,3,Il problema dell’inflazione ,h,In realtà, il problema dell’inflazione svolge un ruolo cruciale nella nostra ricerca. Abbiamo già notato che la nozione stessa di indice “medio” dei prezzi pone un problema, poiché la crescita si qualifica sempre con la comparsa di nuovi beni e servizi, e con enormi fluttuazioni dei prezzi relativi, per cui è molto difficile sintetizzare il tutto in un unico dato numerico. 2422,3,La grande stabilità monetaria del XVIII e del XIX secolo 2431,i,banconote cartacee 2440,i,lire tornesi.Livres 2461,3,Il senso del denaro nel romanzo classico 2470,i,possono non considerarsi schiavi del bisogno. 2489,3,La fine degli standard monetari nel XX secolo ,w,cartamoneta. 2524,i,flagellati dall’inflazione, 2533,h,In Neve, Pamuk fa dire al suo protagonista, scrittore come lui, che non c’è davvero niente di più noioso per un narratore che parlare di denaro e dei prezzi o dei redditi in vigore l’anno scorso. Dopo il XIX secolo, il mondo è decisamente cambiato. 2628,b,201703080830: + 33 = 146 = 18% 2629,1,PARTE SECONDA LA DINAMICA DEL RAPPORTO CAPITALE/REDDITO 2631,2,3. Le metamorfosi del capitale 2631,i,concetti basilari di reddito e di capitale, 2637,3,La natura della ricchezza: dalla letteratura alla realtà 2655,h,Il processo d’intermediazione finanziaria (si colloca denaro in una banca, la quale poi lo investe altrove) è diventato in effetti talmente complesso che spesso si dimentica chi possiede che cosa. 2664,w,scovare.ajaa ulos 2692,3,Le metamorfosi del capitale nel Regno Unito e in Francia ,w,Regno Unito 2702,a,tre secoli di storia del capitalismo 2753,d,Capitale nazionale = terreni agricoli + abitazioni + altro capitale interno + capitale estero netto 2773,3,Grandezza e caduta dei capitali esteri 2801,h,i due paesi ricevono dal resto del mondo superano di cinque punti il reddito nazionale. La loro bilancia dei pagamenti è in fortissimo attivo, tale da consentire loro di accrescere la posizione patrimoniale estera anno dopo anno. 2820,3,Redditi e patrimoni: alcuni ordini di grandezza 2820,i,In entrambi i paesi, 2838,3,Ricchezza pubblica, ricchezza privata 2847,d,Il capitale pubblico è definito come la differenza tra gli attivi e i passivi dello Stato e delle diverse amministrazioni pubbliche, così come il capitale privato è dato dalla differenza tra gli attivi e i passivi dei privati. 2941,3,Il Regno Unito: debito pubblico e rafforzamento del capitale privato 2999,3,A chi giova il debito pubblico? 3008,w,monarchie censitarie (tra il 1815 e il 1848).monarkioita censitarie (välillä 1815 ja 1848). 3028,h,Nel XX secolo si è sviluppata una visione totalmente diversa del debito pubblico, fondata sulla convinzione che l’indebitamento potesse diventare al contrario uno strumento al servizio di una politica della spesa pubblica e di redistribuzione sociale a favore dei ceti più modesti. ,,mentre l’inflazione, da tempo ridiscesa a livelli non lontani da quelli del XIX secolo, ha praticamente cessato di produrre i suoi effetti redistributivi. 3037,w,surriscaldato. 3056,h,Questo meccanismo di redistribuzione tramite l’inflazione è estremamente efficace, e nel corso del XX secolo ha svolto un ruolo storico essenziale in entrambi i paesi. 3066,3,I rischi dell’equivalenza ricardiana 3230,b,201703101231: + 33 = 179 = 22% 3239,2,4. Dalla Vecchia Europa al Nuovo Mondo 3245,3,La Germania: capitalismo renano e proprietà sociale 3356,3,Choc subiti dal capitale nel XX secolo 3439,3,Il capitale in America: più stabile che in Europa 3449,i,più a fondo 3449,w,varcare.ylittää 3482,h,“In America la terra costa poco, e tutti possono diventare proprietari”.10 È l’ideale jeffersoniano di una società di piccoli proprietari terrieri, liberi e uguali. 3542,3,Il Nuovo Mondo e i capitali esteri 3579,3,Il Canada: proprietà secolare della Corona inglese 3610,3,Nuovo Mondo e Vecchio Mondo: il peso della schiavitù 3619,h,Thomas Jefferson non possiede solo terreni. Possiede anche più di 600 schiavi, ereditati soprattutto dal padre e dal nonno, e ha sempre mantenuto un atteggiamento politico piuttosto ambiguo sul problema della schiavitù. 3619,i,l’economia della sua natia Virginia. 3619,h,1770 (circa 400.000 schiavi), e il censimento del 1800 (1 milione di schiavi), poi di nuovo per quattro volte tra il 1800 e il censimento del 1860 (oltre 4 milioni di schiavi), 3628,h,Verso il 1800, gli schiavi rappresentano quasi il 20% della popolazione americana: circa 1 milione di schiavi su un totale di 5 milioni di abitanti. 3669,h,Sud, un mondo in cui le disuguaglianze in merito alla proprietà assumono invece forme estreme ed estremamente violente – perché una metà della popolazione possiede l’altra metà, e il capitale di schiavi ha in larga misura rimpiazzato e superato il capitale terriero. 3677,3,Capitale negriero e capitale umano 3772,i,primo dato che colpisce l’attenzione 3772,2,5. Il rapporto capitale/reddito sul lungo periodo 3806,3,La seconda legge fondamentale del capitalismo: β = s/g 3849,3,Una legge di lungo periodo 3887,h,motivi – per esempio per accrescere i propri consumi futuri (o per evitare che diminuiscano, soprattutto quando si va in pensione), o per preservare o per costituire un patrimonio per la generazione che segue, o anche per acquisire il potere, la sicurezza e il prestigio che conferisce spesso il patrimonio. 3916,3,Il ritorno del capitale nei paesi ricchi dopo gli anni settanta 3916,h,otto paesi più ricchi del pianeta – in ordine decrescente di PIL: Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada, Australia. 3970,3,Al di là delle bolle: crescita debole, risparmio forte 3979,h,Ma se si fa la media su periodi molto più lunghi, la verità è che tutti i paesi ricchi crescono più o meno al medesimo ritmo. ,,particolare a proposito degli indici di prezzo), constatiamo disparità talmente ridotte da risultare statisticamente insignificanti. 4013,d,legge dinamica di accumulazione β = s/g. 4023,3,Le due componenti del risparmio privato 4631,2,6. La divisione capitale-lavoro nel XXI secolo ,h,Il rapporto capitale/reddito a lungo termine dipende in particolare dal tasso di risparmio s e dal tasso di crescita g. Questi due parametri macrosociali dipendono a loro volta da milioni di decisioni individuali, influenzate da molteplici considerazioni sociali, economiche, culturali, psicologiche, demografiche, e possono variare notevolmente nel tempo e tra paese e paese. 4637,3,Dal rapporto capitale/reddito alla divisione capitale-lavoro ,h,La formula α = r × β, che nel capitolo 1 abbiamo definito “prima legge fondamentale del capitalismo”, 4690,b,201703121238: + 81 = 260 = 32% 4693,3,I flussi: più difficili da stimare degli stock 4712,i,“reddito imprenditoriale”. 4732,i,una stima univoca. 4732,3,La nozione di rendimento puro da capitale 4761,3,Il rendimento del capitale nella storia 4807,3,Il rendimento da capitale all’inizio del XXI secolo ,h,Come si determina il rendimento puro del capitale (vale a dire quanto rende annualmente il capitale una volta dedotte le spese di gestione e il tempo passato ad amministrare il proprio portafoglio, sotto tutti i possibili aspetti), e perché sarebbe leggermente diminuito sul lungo periodo, passando più o meno dal 4-5% dell’epoca di Balzac e Austen a circa il 3-4% di oggi? - 1950 alussa kiinitin huomiota 4% talletuskorkoon pitäen sitä luonnollisena pääoman tuottona ilman sen kummempaa taloudellista koulutusta. 4854,3,Attivi reali e attivi nominali 4893,h,Anche se sappiamo benissimo che i patrimoni più consistenti sono spesso i meglio indicizzati e i più diversificati a lungo termine, e che invece i patrimoni modesti – come i conti bancari e i libretti di risparmio – sono quelli più duramente colpiti. 4902,3,Anche se sappiamo benissimo che i patrimoni più consistenti sono spesso i meglio indicizzati e i più diversificati a lungo termine, e che invece i patrimoni modesti – come i conti bancari e i libretti di risparmio – sono quelli più duramente colpiti. 4913,h,Secondo i modelli economici più semplici, ipotizzando una concorrenza “pura e perfetta” sul mercato del capitale e sul mercato del lavoro, il tasso di rendimento del capitale dovrebbe equivalere esattamente alla “produttività marginale” del capitale (vale a dire il contributo addizionale di un’unità di capitale supplementare alla produttività considerata). 4922,h,In ogni caso, il tasso di rendimento del capitale è determinato, in particolare, da due forze: la tecnologia (a che cosa serve il capitale?) e l’abbondanza dello stock di capitale (troppo capitale uccide il capitale). 4931,h,rapporto capitale/reddito β sarebbe sì molto elevato ma in cui il rendimento di capitale r sia rigorosamente nullo. Nel caso, la quota di capitale nel reddito nazionale α = r × β sarebbe anch’essa rigorosamente nulla. In una società del genere, il totale del reddito nazionale e della produzione si tradurrebbero interamente in lavoro. 4941,3,La nozione di produttività marginale del capitale 4969,h,per esempio in Unione Sovietica – di sopprimere ogni tipo di rendimento privato del capitale. 4979,h,Sapere se è legittimo e utile per una società che i detentori di capitale ricevano una tale produttività marginale quale remunerazione del loro titolo di proprietà (e del loro risparmio passato, o di quello dei loro antenati) senza che vi abbiano apportato alcun nuovo lavoro, è ovviamente una questione centrale, sulla quale avremo occasione di tornare. 4979,3,Troppo capitale uccide il capitale 5015,d,La funzione di produzione si caratterizza soprattutto per l’elasticità di sostituzione tra capitale e reddito, concetto che misura la facilità con la quale è possibile rimpiazzare lavoro con capitale, o capitale con lavoro, per produrre i beni e i servizi richiesti. 5025,d,un’economia interamente robotizzata,,talous kokonaan robotisoitu, 5035,d,quota di capitale α = r × β ,h,Nel caso di un’elasticità esattamente pari a uno, i due effetti si compensano perfettamente: il rendimento del capitale r scende nelle stesse proporzioni del rapporto capitale/reddito β, per cui il prodotto α = r × β resta immutato. 5035,3,Al di là di Cobb-Douglas: il problema della stabilità della divisione capitale-lavoro ,d,Cobb e Douglas, che l’hanno proposta per la prima volta nel 1928. ,a,Cobb e Douglas, che l’hanno proposta per la prima volta nel 1928. ,h,insomma – le quantità di capitale e di lavoro disponibili, la quota di capitale resta sempre pari a un coefficiente fisso α, il quale può essere perciò considerato un parametro puramente tecnologico. 5045,h,soprattutto perché la stabilità della divisione capitale-lavoro dà una visione relativamente tranquilla e armonica 5076,h,Viceversa, gli economisti marxisti vogliono dimostrare in tutti i modi che la quota di capitale tende a crescere progressivamente e sempre, mentre i salari restano fermi, anche a costo talvolta di distorcere i dati disponibili. 5085,h,lo stesso Keynes si schiera nettamente a favore degli economisti borghesi, definendo la stabilità della divisione capitale-lavoro “la costante meglio determinata dell’intera scienza economica”. 5106,3,La sostituzione capitale-lavoro nel XXI secolo: un’elasticità superiore a uno 5115,d,pensiamo però a un’economia avanzata e diversificata negli impieghi del capitale stesso, caratterizzata da un’elasticità di sostituzione superiore a uno. 5142,3,Le società agricole tradizionali: un’elasticità inferiore a uno 5151,3,Il capitale umano è un’illusione? 5170,h,Al punto in cui siamo arrivati nella nostra ricerca, è forse questa la lezione più importante: la tecnologia moderna impiega sempre molto capitale, o, meglio, l’impiego differenziato del capitale fa sì che si possa accumulare un capitale enorme senza che il suo rendimento cali in modo sostanziale. ,,L’eventuale calo a lungo termine dalla quota di capitale, dal 35-40% al 25-30%, 5180,h,Anche se ne sappiamo già abbastanza per mettere in guardia il lettore contro i facili ottimismi: il capitale non è scomparso, per il semplice fatto che è sempre vantaggioso – solo un po’ meno che all’epoca di Balzac e Austen –, ed è possibile che torni a esserlo ancora di più in futuro. 5180,3,Le dinamiche della divisione capitale-lavoro nel medio termine 5189,i,di vista dei contemporanei che li vivono in prima persona. ,d,Robert Allen (il quale ha battezzato Engels’ pause quel periodo di stagnazione salariale), 5242,3,Ritorno a Marx e al “calo tendenziale del saggio di profitto” 5248,i,Per Marx, il meccanismo di fondo in base al quale “la borghesia produce i suoi stessi seppellitori” 5278,h,Questo tipo di rapporto capitale/reddito ha in effetti qualcosa di terrificante: basta che il tasso di rendimento del capitale sia del 5% perché la quota dei profitti superi la metà della produzione. È naturale che Marx – e con lui molti altri osservatori dell’epoca – si sia chiesto fino a che punto ciò potesse reggere (tanto più che i salari erano fermi dall’inizio del XIX secolo), 5297,3,Al di là delle “due Cambridge” 5306,d,Quando la formula β = s/g è stata introdotta apertamente e per la prima volta dagli economisti Harrod e Domar, alla fine degli anni trenta e durante gli anni quaranta, era normale scrivere e leggere la formula nel senso inverso, cioè g = s/β. In particolare, Harrod, nel 1939, ritiene che il rapporto capitale/reddito β sia rigorosamente fisso e imposto dalle tecnologie disponibili (come nel caso di una funzione di produzione a coefficienti fissi, senza alcuna sostituzione possibile tra lavoro e capitale), per cui il tasso di crescita sarebbe interamente determinato dal tasso di risparmio. 5325,a,Nel 1948 Domar sviluppa, rispetto a Harrod, una visione più ottimista e più flessibile della legge g = s/β, insistendo sul fatto che il tasso di risparmio e il rapporto capitale/reddito possano in qualche misura regolarsi. 5325,h,secondo il modello poi in uso β = s/g: a lungo termine, il rapporto capitale/reddito si rimodula sul tasso di risparmio e sul tasso di crescita strutturale dell’economia, e non viceversa. 5335,h,Solo a partire dagli anni settanta e ottanta s’impone definitivamente il modello di crescita di Solow, il cosiddetto modello “neoclassico”. 5344,h,Gli economisti americani, alcuni dei quali erano nati in Europa (come Modigliani), tendevano tuttavia a esagerare la portata della loro scoperta a proposito del “sentiero di crescita equilibrata”. ,p,Gli economisti americani, alcuni dei quali erano nati in Europa (come Modigliani), tendevano tuttavia a esagerare la portata della loro scoperta a proposito del “sentiero di crescita equilibrata”. 5344,d,La legge β = s/g descrive certo un cammino di crescita in cui tutte le grandezze macroeconomiche – stock di capitale e flusso di reddito e di produzione – progrediscono, a lungo termine, allo stesso ritmo. 5354,3,Il ritorno del capitale in un regime di crescita debole 5382,3,Il ritorno del capitale in un regime di crescita debole 5399,h,Riassumendo. La crescita moderna, fondata sulla crescita della produttività e sulla diffusione delle conoscenze, ha consentito di evitare l’apocalisse descritta da Marx e di equilibrare il processo di accumulazione del capitale. Ma non ha modificato le strutture profonde del capitale stesso – o quantomeno non ne ha realmente ridotto l’importanza macroeconomica in rapporto al lavoro. È ora nostro compito studiare se si può dire lo stesso per la disuguaglianza della distribuzione dei redditi e dei patrimoni: in quale misura le strutture delle disuguaglianze, rispetto al lavoro e al capitale, si sono davvero trasformate dopo il XIX secolo? 5450,h,Cobb-Douglas con la seguente formula matematica: Y = F(K,L) = KαL1-α dove Y è la produzione, K il capitale e L il lavoro. Esistono altre forme matematiche che consentono di illustrare il caso in cui l’elasticità di sostituzione è superiore o inferiore a uno. Il caso dell’elasticità infinita corrisponde a una funzione di produzione lineare: il prodotto è dato da Y = F(K,L) = rK + vL. In altri termini, il rendimento da capitale r non dipende in alcun modo dalle quantità di capitale e lavoro in gioco, come del resto il rendimento da lavoro v, il quale non è altro che un tasso dei salari, fisso nei casi rappresentati. 5450,a,C. Cobb, P. Douglas, “A Theory of Production”, in American Economic Review, 1928. 5506,h,Senza contare che certi economisti americani (a cominciare da Modigliani) avanzavano l’idea che il capitale avesse totalmente cambiato natura (derivando ormai dall’accumularsi durante il ciclo di vita), mentre i britannici (a cominciare da Kaldor) continuavano a osservare il patrimonio attraverso il prisma delle successioni, il che era molto meno rassicurante. Torneremo su questo problema cruciale nella Parte terza del volume. 5510,b,201703151334: + 46 = 306 = 37% 5513,1,PARTE TERZA LA STRUTTURA DELLE DISUGUAGLIANZE 5515,2,7. Disuguaglianze e concentrazione: primi riscontri 5520,h,mentre si tratta in realtà e in larga misura di una replica del passato, tipica di un mondo caratterizzato da una crescita lenta, esattamente come il mondo del XIX secolo. ,,sono ricresciute con forza dopo gli anni settanta-ottanta del Novecento, anche se con sensibili variazioni tra paese e paese, il che conferma ancora una volta il ruolo cruciale svolto dalle diverse istituzioni e dalle diverse politiche. 5529,h,tre componenti: la disuguaglianza dei redditi da lavoro; la disuguaglianza della proprietà da capitale e dei redditi che ne derivano; il nesso tra le prime due componenti. 5539,3,Il discorso di Vautrin 5539,h,Pubblicato nel 1835, Papà Goriot è uno dei romanzi più celebri di Balzac. Si tratta sicuramente dell’espressione letteraria più riuscita della struttura delle disuguaglianze nella società del XIX secolo, e del ruolo centrale svolto dall’eredità e dal patrimonio. 5578,w,intrallazzi.keplottelu. 5588,3,La questione centrale: lavoro o eredità? 5588,i,Come vedremo più avanti, 5597,i,della belle époque ,h,È una realtà talmente evidente, talmente tangibile per tutti, che Balzac non ha alcun bisogno di convincerci con statistiche rappresentative, decili o centili definiti con la massima cura possibile. 5607,w,galeotto..Jailbird. 5617,w,vetta.huippukokous. 5626,3,Disuguaglianze determinate dal lavoro, disuguaglianze determinate dal capitale 5662,3,Il capitale: distribuito in modo sempre più disuguale rispetto al lavoro 5680,i,fluttuino notevolmente da un anno all’altro 5707,h,(per esempio è più facile risparmiare quando si è ereditato un appartamento di quando si ha un affitto da pagare). 5716,3,Disuguaglianze e concentrazione: alcuni ordini di grandezza 5716,i,cifre indicate sono volutamente arrotondate e approssimative, 5765,3,Classi popolari, classi medie, classi superiori 5805,3,Lotta di classe o lotta di centili? 5814,i,centili o anche con i millili, 5881,3,Le disuguaglianze determinate dal lavoro: disuguaglianze scontate? 5918,3,Le disuguaglianze determinate dal capitale: disuguaglianze estreme 5949,d,(depositi bancari, piani risparmio, portafogli azionario e obbligazionario, contratti di assicurazione sulla vita, fondi pensione ecc., al netto dei debiti) 5997,3,La novità più importante del XX secolo: la classe media patrimoniale 6045,3,La disuguaglianza totale dei redditi: i due mondi 6064,w,vettore.vektori 6094,i,In secondo luogo 6113,3,I problemi posti dagli indicatori sintetici 6123,d,Il coefficiente di Gini – dal nome dello statistico italiano Corrado Gini, attivo all’inizio del XX secolo e nel periodo tra le due guerre – è uno degli indicatori sintetici di disuguaglianze usati più spesso nei rapporti ufficiali e nel dibattito pubblico. 6151,3,Il velo di pudore delle pubblicazioni ufficiali 6190,3,Ritorno alle “tabelle sociali” e all’aritmetica politica 6299,b,201703181122: + 39 = 345 = %43 6300,2,8. I due mondi 6306,3,Un caso semplice: la riduzione delle disuguaglianze in Francia nel XX secolo 6363,3,La storia delle disuguaglianze: una storia politica e caotica 6401,3,Dalla “società dei rentiers” alla “società dei dirigenti” 6454,3,I diversi mondi del decile superiore 6463,h,Si tratta in genere di salari due o tre volte più alti del salario medio della società considerata, dell’ordine di 4000 o 6000 euro al mese rispetto a un salario medio di 2000 euro al mese. 6513,3,I limiti delle dichiarazioni dei redditi 6571,3,Il caos del periodo tra le due guerre 6629,3,Le criticità legate alle fasce temporali 6703,3,La crescita delle disuguaglianze francesi dagli anni ottanta-novanta del Novecento 6731,3,Un caso più complesso: la trasformazione delle disuguaglianze negli Stati Uniti 6783,h,se le due guerre non causano in America distruzioni fisiche, causano tuttavia gravi dissesti legati alla Grande depressione e ai pesanti interventi fiscali decisi dal governo federale negli anni trenta-quaranta. In ogni caso, se consideriamo il periodo 1910-50 nel suo insieme, rileviamo che la compressione delle disuguaglianze è, negli Stati Uniti, molto meno forte che in Francia (e più in generale in Europa). 6792,3,L’esplosione delle disuguaglianze americane dopo gli anni settanta-ottanta 6802,i,dalla pelle bianca. 6811,i,alla vigilia del crac 6861,3,È stato l’aumento delle disuguaglianze a provocare la crisi finanziaria? 6861,h,toccato due apici assoluti nell’ultimo secolo, uno nel 1928 (alla vigilia della crisi del 1929) e uno nel 2007 (alla vigilia della crisi del 2008), è più che lecito porsi una domanda del genere. 6880,i,la situazione sarebbe stata del tutto diversa. 6891,3,L’aumento dei supersalari 6940,3,La coabitazione con il centile superiore ,w,trascurabile.merkityksetön. 7130,b,201703280753: + 51 = 396 = 48% 7134,2,9. La disuguaglianza dei redditi da lavoro ,h,siamo passati da una società di rentiers a una società di dirigenti – oppure, in termini meno ottimistici, da una società di super-rentiers a una società di rentiers un po’ meno estrema. 7140,3,La disuguaglianza dei redditi da lavoro: una gara tra competenza e tecnologia? 7149,d,che il salario di un determinato salariato è pari alla sua produttività marginale, vale a dire al suo contributo individuale al prodotto dell’impresa o dell’amministrazione nella quale lavora. ,,produttività dipende innanzitutto dalla sua qualifica, oltre che dallo stato della domanda e dell’offerta di determinate competenze nella società considerata. 7168,h,Per evitare che le disuguaglianze aumentino, il sistema educativo deve fornire formazioni e qualifiche con sufficiente rapidità. 7177,h,In altri termini, la democratizzazione del sistema scolastico non ha ridotto le disuguaglianze delle competenze e non ha quindi contribuito a ridurre le disuguaglianze dei salari. 7186,h,disuguaglianze salariali si spiega con il fatto che gli Stati Uniti non hanno investito abbastanza nell’insegnamento superiore o, più esattamente, 7196,h,è senza dubbio quello di investire nella formazione. 7215,3,I limiti del modello teorico: il ruolo delle istituzioni 7242,h,All’inizio del 2013 il salario minimo è di 9,43 euro l’ora. 7242,i,viene bloccato su quel livello da Bush figlio, 7277,h,livello intermedio tra gli Stati Uniti e la Francia: attualmente è di 6,19 sterline l’ora (circa 8,05 euro8). paesi come la Germania e la Svezia hanno deciso di non fissare un salario minimo a livello nazionale, e di lasciare ai sindacati il compito di contrattare con i lavoratori il salario minimo – più spesso, le griglie salariali nel loro complesso – a livello di ciascun settore di attività. In pratica, nei due paesi, il minimo è attualmente superiore a 10 euro l’ora in numerosi settori (dunque più alto rispetto ai paesi dotati 7355,3,Come spiegare l’esplosione delle disuguaglianze americane? 7383,3,L’irresistibile ascesa dei superdirigenti: un fenomeno anglosassone 7516,3,L’Europa di inizio Novecento: una disuguaglianza superiore a quella del Nuovo Mondo 7597,3,Le disuguaglianze nei paesi emergenti: inferiori a quelle degli Stati Uniti 7680,h,Nel caso della Cina, le statistiche fissate dall’amministrazione fiscale sono ancora più rudimentali di quelle dell’India, e testimoniano una mancanza assoluta di trasparenza da parte delle autorità cinesi in materia di redditi. Allo stato attuale delle cose, le stime indicate nel grafico 9.9 sono le più affidabili che ci sia consentito acquisire in base alle fonti disponibili. 7701,3,L’illusione della produttività marginale 7701,w,gara.rotu 7767,3,Il decollo dei superdirigenti: un potente fattore di divergenza 7804,h,10 milioni o magari anche 50 milioni siano perfettamente giustificabili (l’incertezza sulle produttività individuali è tale che non esiste alcun freno evidente). Per cui non è impensabile che in futuro la quota del centile superiore nella massa salariale totale possa toccare, negli Stati Uniti, il 15-20%, o il 25-30%, o anche più. 7950,b,201703300402: + 46 = 442 = 54% 7955,2,10. La disuguaglianza della proprietà da capitale 7962,3,L’iperconcentrazione patrimoniale: Europa e America 7980,3,La Francia: un osservatorio dei patrimoni 8025,b,201703310944: + 3 = 445 = 54% 8027,3,Le metamorfosi di una società patrimoniale 8066,w,azzeramento.asettaa uudelleen 8086,w,patrimonio.perintö 8105,3,La disuguaglianza da capitale nell’Europa della belle époque 8149,3,L’affermazione della classe media patrimoniale 8186,3,La disuguaglianza da capitale in America 8245,3,Il meccanismo della divergenza patrimoniale: r contro g nella storia 8273,i,dal 1820 al 1913, 8290,3,Perché il rendimento da capitale è superiore al tasso di crescita? 8296,i,in termini duraturi 8306,h,fatto importante è che il tasso di rendimento da capitale è sempre stato almeno dieci o venti volte superiore al tasso di crescita del prodotto e del reddito. 8394,3,La questione della “preferenza per il presente” 8472,3,Esiste una distribuzione d’equilibrio? 8491,3,Entails e sostituzioni ereditarie 8540,3,Il codice civile e l’illusione della Rivoluzione francese 8609,3,Pareto e l’illusione della stabilità delle disuguaglianze 8648,3,Perché la disuguaglianza patrimoniale del passato non si è ricostituita? 8684,i,in misura più massiccia 8711,3,Elementi di spiegazione: il tempo, l’imposta e la crescita 8740,i,Il problema non è solo quantitativo. Tutt’altro. 8759,i,Per semplificare, possiamo constatare 8797,3,Il XXI secolo sarà ancora meno ugualitario del XIX? 8969,b,201704021025: + 42 = 487 = 61% 8970,2,11. Merito ed eredità sul lungo periodo 8970,h,Ora sappiamo che l’importanza globale del capitale non è, in questo inizio di XXI secolo, tanto differente da quella del XVIII. È mutata solo la forma: allora il capitale era terriero, oggi è divenuto immobiliare, industriale e finanziario. ,,10% più ricco ne possiede due terzi, mentre prima ne possedeva nove decimi. 8985,i,molto più in fretta ,,assegnare un’importanza smisurata e duratura alle disuguaglianze 9005,3,La traiettoria del flusso successorio sul lungo periodo 9024,i,Innanzitutto, 9062,3,Flusso fiscale e flusso economico 9100,3,Le tre forze: l’illusione della fine dell’eredità ,d,by = μ × m × β Dove β è il rapporto capitale/reddito (o, più esattamente, il rapporto tra il totale dei patrimoni privati – i soli che possono essere trasmessi per successione, al contrario delle attività pubbliche – e il reddito nazionale), m è il tasso di mortalità e μ la stima del rapporto tra il patrimonio medio al momento del decesso di chi trasmette l’eredità e il patrimonio medio delle persone in vita. 9109,i,pura uguaglianza contabile ,i,a mio giudizio 9171,3,La mortalità sul lungo periodo 9217,3,La ricchezza invecchia con la popolazione: l’effetto μ × m 9227,i,in cui, per ipotesi, 9270,3,Ricchezza dei morti, ricchezza dei vivi 9280,h,È il famoso “triangolo di Modigliani”, insegnato a tutti gli studenti di economia, secondo cui il patrimonio cresce innanzitutto con l’età, nella misura in cui ciascuno accumula riserve in vista della vita attiva. Il rapporto μ dovrebbe dunque essere sistematicamente pari allo 0% o quantomeno molto basso, in tutti i casi nettamente inferiore al 100%. 9334,3,Cinquantenni e ottantenni: età e patrimonio nella belle époque 9362,w,tre quinti 9389,b,201704030850: + 35 = 522 = 63% 9390,3,Il ringiovanimento dei patrimoni determinato dalle guerre ,h,Le guerre portano infatti, per così dire, a un notevole ringiovanimento dei patrimoni. 9390,i,fasce d’età 9390,h,1912, alla vigilia della prima guerra mondiale, gli ottantenni sono due volte e mezza più ricchi dei cinquantenni. Nel 1931, sono più ricchi solo del 40%. E nel 1947 i cinquantenni sono diventati più ricchi degli ottantenni: in una società in cui i patrimoni nel loro complesso sono scesi a un livello bassissimo, sono ora i cinquantenni a essere più ricchi degli ottantenni del 50%. 9400,i,(prima ascendente poi discendente 9419,i,più massiccio del crollo dei patrimoni: 9438,3,Come evolverà il flusso successorio nel XXI secolo? 9474,i,quale che sia l’evoluzione della speranza di vita. 9505,3,Dal flusso successorio annuo allo stock di patrimonio ereditario 9575,3,Ritorno al discorso di Vautrin 9612,h,La ripresa ha inizio con le generazioni nate tra gli anni trenta e gli anni cinquanta, che ereditano perlopiù negli anni settanta-novanta, ed ereditano il 12-14% del totale delle risorse. ,,mentre chi è nato nell’ultimo terzo del XX secolo può godersi i frutti dell’eredità quasi quanto le generazioni del XIX secolo e del XXI secolo. 9622,3,Il dilemma di Rastignac 9631,h,Questo tenore di vita, che possiamo definire “popolare”, corrisponde in genere a circa la metà del reddito nazionale medio dell’epoca in questione, e fornisce un punto di riferimento utile per valutare la disuguaglianza di una società. 9637,i,In altri termini, 9677,b,201704041209:+ 16 = 538 = 65% 967i,3,Aritmetica elementare dei rentiers e dei lavoratori di alto livello 9708,h,Francia di oggi, i centili superiori dell’eredità e del lavoro finiscano più o meno per equilibrarsi: la concentrazione patrimoniale è tre volte più alta di quella salariale (poco più del 20% del patrimonio totale per il centile superiore dei patrimoni, contro il 6-7% della massa salariale totale per il centile) 9718,3,La società patrimoniale classica: il mondo di Balzac e di Jane Austen 9803,3,La disuguaglianza patrimoniale estrema: una condizione della civiltà in una società povera? 9841,3,L’estremismo meritocratico nelle società ricche 9871,3,La società dei piccoli rentiers 9892,h,Oggi, in ogni caso, nessuno costruirebbe un romanzo su un patrimonio di 30 milioni di euro, come facevano Balzac, Jane Austen o Henry James. Dopo che l’inflazione ha eroso tutti i vecchi parametri, dalla letteratura non sono solo scomparsi i riferimenti espliciti alle masse di 9901,h,queste serie un inno alla sacrosanta disuguaglianza, basata sul merito, sul titolo di studio e sull’utilità pubblica delle élite. 9931,h,siamo passati da una società con un piccolo numero di grossi rentiers a una società con un numero molto più elevato di rentiers meno danarosi: una società di piccoli rentiers, per così dire. 9958,3,Il rentier, nemico della democrazia 9964,h,Le nostre società democratiche si reggono infatti su una visione meritocratica del mondo, o quantomeno sull’idea di una società in cui le disuguaglianze sarebbero determinate dal merito e dal lavoro più che dalla discendenza e dalla rendita. ,,per uscire da questa contraddizione è indispensabile far sì che le disuguaglianze sociali scaturiscano da principi razionali e universali, e non da contingenze arbitrarie. Le disuguaglianze devono insomma apparire giuste e utili a tutti (“Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune,” annuncia l’art. 1 della Dichiarazione del 1789), 9983,i,A volte 9993,h,La rendita non è un’imperfezione del mercato: è, al contrario, la conseguenza di un mercato del capitale “puro e perfetto”, 10003,h,Si pensa a volte che la logica dello sviluppo economico dovrebbe essere quella di rendere meno decisiva la distinzione tra lavoro e capitale. 10013,h,Riassumendo: la forza di divergenza di fondo sulla quale poniamo l’accento nel nostro libro – sintetizzabile nella disuguaglianza r > g – non ha nulla a che vedere con un’imperfezione dei mercati, e non si potrà certo correggere con mercati più liberi e concorrenziali. 10023,3,Il ritorno dell’eredità: un fenomeno prima europeo e poi mondiale? 10077,i,quanto facciano i loro omologhi francesi e tedeschi) 10086,h,l’una difesa da Modigliani (ardente fautore della teoria del ciclo vitale e dell’idea secondo cui i patrimoni ereditati equivalevano ad appena il 20-30% del totale dei patrimoni americani), e l’altra difesa da Kotlikoff e Summers (più inclini a credere, sulla base dei dati disponibili, che la quota dei patrimoni ereditati raggiungesse il 70-80% del patrimonio totale). 10116,h,Il ritorno dell’eredità a livello mondiale costituisce forse – anzi, di sicuro – una prospettiva importante per la seconda metà del XXI secolo. Ma, per i prossimi decenni, si tratterà soprattutto di una realtà europea, e solo in minor misura statunitense. 10274,q,Thorstein Veblen non ha sostenuto nulla di diverso, quando ha scritto nel 1899 La teoria della classe agiata: 10289,i,offrire un quadro troppo pessimistico, 10289,w,gruzzolo.hamstrata 10330,b,201704071124: + 36 = 574 = 70% 10334,2,12. La disuguaglianza mondiale dei patrimoni nel XXI secolo 10334,i,a più riprese, 10340,3,La disuguaglianza dei rendimenti da capitale 10386,3,La dinamica delle classifiche mondiali delle ricchezze 10395,i,ma sarebbe assurdo e controproducente ignorarle. 10477,3,Le classifiche di miliardari nei “rapporti mondiali sulla ricchezza” 10545,i,nell’arco di trent’anni. 10554,3,Ereditieri e imprenditori nelle classifiche dei patrimon ,i,Una delle lezioni più interessanti ricavabili dalle classifiche 10574,h,Pensiamo al racconto dell’irresistibile ascesa patrimoniale dell’ex pastaio: “Il cittadino Goriot ammassò i capitali che più tardi gli servirono per dedicarsi ai suoi commerci con tutta la superiorità che deriva dal possedere molto denaro.” 10641,3,La gerarchia morale dei patrimoni 10650,h,Ecco la ragione di fondo per cui si rende necessaria l’introduzione di un’imposta progressiva annua sulle maggiori ricchezze mondiali: l’unico modo che consentirebbe un controllo democratico di un processo potenzialmente esplosivo, e che al tempo stesso salvaguarderebbe il dinamismo imprenditoriale e l’apertura economica internazionale. L’idea, e i suoi limiti, saranno studiati nella Parte quarta del volume. 10660,w,frode.petos 10677,h,Anziché lasciarsi andare a valutazioni sulla gerarchia morale della ricchezza, che spesso si riducono, in pratica, a un esercizio di eurocentrismo o di occidentalocentrismo, mi sembra più utile tentare di comprendere le leggi generali che governano in genere le dinamiche patrimoniali, al di là della considerazione delle singole persone, e cercare di prevedere modi di regolazione – soprattutto fiscali – applicabili 10727,3,Il rendimento puro delle dotazioni universitarie 10797,3,Capitale ed economie di scala 10837,h,Non è necessario, per arrivarci, che il rendimento raggiunga il 10% annuo per tutti i maggiori patrimoni: basterebbe uno scarto ben più ridotto per provocare un trauma importante sulla scala della disuguaglianza. 10857,3,Qual è l’effetto dell’inflazione sulla disuguaglianza dei rendimenti da capitale? 10866,h,A volte si pensa, a torto, che l’inflazione riduca il rendimento medio del capitale. Ebbene: è falso. 10876,h,In tal senso, infatti, l’inflazione è come una tassa sulla ricchezza passiva o, più esattamente, sulla ricchezza non investita. 10914,h,Riassumiamo. La principale, grave conseguenza dell’inflazione non è quella di ridurre il rendimento medio da capitale, ma di ridistribuirlo in modo disuguale. 10924,h,avvenga a svantaggio dei piccoli patrimoni e a vantaggio dei grandi, 10934,h,L’inflazione non pone termine alla rendita: anzi, contribuisce di sicuro a rafforzare la disuguaglianza della distribuzione del capitale. ,,Torneremo sull’argomento quando ricorderemo il ruolo delle banche centrali e dell’immissione di denaro liquido, soprattutto in situazioni di panico finanziario e di crisi del debito pubblico. 10940,b,201704081216: + 36 = 608 = 74% 10943,3,Il rendimento dei fondi sovrani: capitale e politica 10943,w,deprecabile,halveksittava, 10990,3,I fondi petroliferi conquisteranno il mondo? 11029,h,Non c’è alcuna legge economica che possa impedire una simile traiettoria: tutto dipende dalle condizioni della domanda e dell’offerta, dalla scoperta o meno di nuovi giacimenti o nuove fonti di energia e dalla velocità con la quale ci abitueremo a vivere senza petrolio. Nel caso particolare, è quasi inevitabile che i fondi petroliferi continuino a crescere come stanno crescendo oggi e che la loro quota nella composizione delle attività mondiali sia, da qui al 2030-40, almeno due o tre volte più alta di quella di oggi, il che rappresenterebbe già una crescita considerevole. 11038,3,La Cina conquisterà il mondo? 11089,3,Divergenza internazionale, divergenza oligarchica 11127,h,Nella Parte quarta del volume vedremo in quale misura un’imposta mondiale – o quantomeno europea – sul capitale possa rappresentare uno strumento adatto a superare queste contraddizioni, e quali altre risposte possano dare i governi che dovranno affrontare una tale realtà. 11136,3,I paesi ricchi sono davvero così poveri? 11375,b,201704090908: + 24 = 632 = 77% 11378,1,PARTE QUARTA RECOLARE IL CAPITALE NEL XXI SECOLO 11379,2,13. Uno stato sociale per il XXI secolo 11394,3,La crisi del 2008 e il problema del ritorno dello Stato 11412,i,“liquidare” le anatre zoppe,"Rahaksi" rampa ankka, 11459,3,Lo sviluppo di uno Stato sociale nel XX secolo 11566,b,201704100406: + 11 = 643 = 78% 11567,3,La redistribuzione moderna: una logica di diritti 11609,3,Modernizzare lo Stato sociale, e non smantellarlo 11618,h,Tuttavia, sul piano opposto, nessuna importante corrente d’opinione sostiene che il processo di estensione illimitata dello Stato sociale debba riprodursi in futuro allo stesso ritmo del periodo 1930-80 (uno slancio che, da qui al 2050 o al 2060, potrebbe portare il tasso di prelievo fiscale al 70-80% del reddito nazionale). In assoluto, nulla impedisce di immaginare una società in cui le imposte equivalgano ai due terzi o ai tre quarti del reddito nazionale, a condizione che il prelievo avvenga in modo trasparente ed efficace e sia accettato da tutti, e che, soprattutto, esso sia impiegato per finanziare bisogni e investimenti giudicati prioritari, per esempio nella formazione, nella sanità, nella cultura, nell’energia pulita e nello sviluppo sostenibile. 11666,h,Ciò posto, prima di imparare a organizzare con efficacia finanziamenti pubblici equivalenti ai due terzi o ai tre quarti del reddito nazionale, sarebbe cosa giusta migliorare l’organizzazione e il funzionamento di un settore pubblico oggi equivalente alla metà del reddito nazionale (includendovi i redditi per inattività e sociali) – impresa già non indifferente. 11675,3,Le istituzioni scolastiche promuovono la mobilità sociale? 11685,h,Tutti i livelli di specializzazione si sono uniformati verso l’alto (il diploma è diventato laurea, la laurea è diventata dottorato) e, in considerazione delle trasformazioni tecnologiche e dei bisogni, tutti i livelli di salario si sono uniformati allo stesso ritmo di crescita, così che la disuguaglianza è rimasta immutata. 11715,3,Meritocrazia e oligarchia all’università 11747,h,Intendiamoci bene. Non è semplice raggiungere, nell’istruzione superiore, un’uguaglianza effettiva delle opportunità. 11748,3,Il futuro delle pensioni: ripartizione e crescita debole 11843,3,La questione dello Stato sociale nei paesi poveri ed emergenti 11891,h,Comunque, la questione dello sviluppo di uno Stato fiscale e sociale nel mondo emergente riveste un’importanza capitale per il futuro del pianeta. 12080,b,201704110858: + 28 = 671 = 82% 12086,2,14. Ripensare l’imposta progressiva sul reddito 12092,i,arrivare al nocciolo della questione, ,3,La redistribuzione moderna: il problema della progressività fiscale 12111,w,famigerate gabelle.pahamaineinen gabelle 12140,3,L’imposta progressiva: un ruolo localizzato ma essenziale 12189,w,rovesciata,ylösalaisin, 12200,3,L’imposta progressiva nel XX secolo: l’effimero prodotto del caos 1w245,i,potere d’acquisto 1264,l’iter.prosessi 12294,3,La questione dell’imposta progressiva nella Terza Repubblica 12326,q,Paul Leroy-Beaulieu, uno degli economisti più influenti del tempo, che pubblica nel 1881 il famoso Essai sur la répartition des richesses et sur la tendance à une moindre inégalité des conditions, ,w,mondializzazione 12336,w,accecamento.häikäistä 12367,3,L’imposta confiscatoria sui redditi eccessivi: un’invenzione americana 12424,d,differenza tra “reddito guadagnato” (earned income), cioè il reddito da lavoro (salari e redditi da attività non salariate), e “reddito non guadagnato” (unearned income), cioè 12445,p,Josiah Wedgwood ,,Bertrand Russell, ,3,Bertrand Russell, 12505,3,Identità nazionali e performance economica 12515,p,Maggie ha salvato il Regno Unito? Bill Gates sarebbe esistito senza Ronald Reagan? ,h,(Bill ha inventato il personal computer o solo il mouse? Ronald ha distrutto l’URSS da solo o con l’aiuto del papa?) 12545,h,I nostri risultati suggeriscono che solo tassi di imposizione fiscale dissuasivi, come quelli applicati negli Stati Uniti o nel Regno Unito fino agli anni settanta del Novecento, aiuterebbero a frenare la corsa e a porre termine all’escalation degli altissimi compensi. ,3,Ripensare la questione del tasso marginale superiore 12536,nessuna formula matematica o stima econometrica ci fa conoscere con esattezza quale tasso si debba applicare e da quale livello di reddito si debba partire per applicare tali tassi. 12594,h,Senza una svolta radicale, pare quanto mai probabile che l’equilibrio attuale si manterrà tale e quale ancora a lungo. L’ideale della società dei pionieri appare davvero lontanissimo. Il Nuovo Mondo sta forse per trasformarsi nella nuova vecchia Europa del pianeta. 12701,h,Per fare un esempio estremo, l’Unione Sovietica non ha mai avuto bisogno di un’imposta confiscatoria sui redditi o sui patrimoni eccessivi, poiché il suo sistema economico consisteva nel controllare direttamente la distribuzione dei redditi primari e vietare quasi del tutto la proprietà privata (il tutto, è vero, in un modo molto meno rispettoso del diritto). L’Unione Sovietica ha applicato, a volte, un’imposta sul reddito, ma con un profilo molto basso, e tassi superiori molto moderati. Lo stesso vale per la Cina. Torneremo su questo punto nel cap. 15. 12769,q,L’idea secondo cui l’America innova a favore del resto del mondo è stata formulata di recente da D. Acemoglu, J. Robinson, T. Verdier, Can’t We All Be More Like Scandinavians? Asymmetric Growth and Institutions in an Interdependent World, Working Papers, Cambridge (MA), MIT Department of Economics, 2012. 12815,b,201704111110: + 41 = 712 = 87% 12819,2,15. Un’imposta mondiale sul capitale 12825,3,L’imposta mondiale su capitale: un’utopia utile 12889,3,Un obiettivo di trasparenza democratica e finanziaria ,h,Il compito principale dell’imposta sul capitale non è quello di finanziare lo Stato sociale, quanto di regolare il capitalismo. ,,Da un lato si tratta di evitare la spirale infinita della disuguaglianza e il processo illimitato delle divergenze patrimoniali, dall’altro di consentire una regolamentazione efficace delle crisi finanziarie e bancarie. 12899,h,In primo luogo, una patrimoniale aiuterebbe a produrre conoscenze e informazioni su patrimoni e ricchezze. 12908,h,Le amministrazioni nazionali e internazionali, gli istituti di statistica europei, americani e mondiali sarebbero finalmente in grado di fornire informazioni affidabili sulla distribuzione dei patrimoni e sul loro andamento. 12917,h,In secondo luogo, esiste anche una sfida considerevole per la regolamentazione finanziaria. Attualmente le organizzazioni internazionali che hanno il compito di regolare e sorvegliare il sistema finanziario mondiale, a cominciare dal FMI, hanno una conoscenza solo alquanto approssimativa della distribuzione mondiale degli attivi finanziari, in particolare del valore di questi ultimi detenuti attraverso i paradisi fiscali. 12936,d,catasto finanziario mondiale,World Financial maarekisterin 12946,h,In terzo luogo, l’imposta sul capitale obbliga a precisare e a estendere il contenuto degli accordi internazionali sulle comunicazioni automatiche delle informazioni bancarie. 12956,h,È assolutamente essenziale – e perfettamente possibile – estendere un tale sistema di dichiarazione precompilata all’insieme degli attivi finanziari (e dei debiti). 12976,3,Una soluzione semplice: le comunicazioni automatiche delle informazioni bancarie 12984,w,l’accorgimento.varovaisuus, 12984,h,Non ci si può arricchire con il libero scambio e l’integrazione economica con i propri vicini, per poi eluderne l’imposizione fiscale in totale impunità. È una cosa che equivale al furto bello e buono. 13003,h,È solo possibile notare come esista, in questo campo, un abisso tra le dichiarazioni trionfalistiche dei responsabili politici e la realtà effettuale, fatto quanto mai preoccupante per l’equilibrio delle nostre società democratiche. 13041,h,l’obiettivo della legge FACTA come delle di l’obiettivo della legge FACTA come delle direttive europee non è, al momento, quello di imporre dichiarazioni precompilate e di prelevare un’imposta progressiva sul patrimonio globale. L’obiettivo è prima di tutto arrivare a stabilire una lista degli attivi posseduti da ciascuno: per rispondere alle esigenze interne dell’amministrazione fiscale, in particolare al fine di reperire le coperture alle eventuali carenze nelle dichiarazioni dei redditi. 13051,3,A che cosa serve l’imposta sul capitale? 13109,3,Logica contributiva, logica incentivante 13128,3,Progetto di un’imposta europea sulla ricchezza 13208,3,L’imposta sul capitale nella storia 13227,h,come una misura di controllo sociale: certe forme di capitale sembrano più inquietanti di altre, perché meno facilmente controllabili. 13257,w,respinto.hylättiin. 13298,3,Le regolazioni di sostituzione: protezionismo e controllo dei capitali 13326,3,Il mistero della regolamentazione cinese del capitale 13344,i,Il mistero della regolamentazione cinese del capitale13364,3,La questione della redistribuzione della rendita petrolifera 13377,w,improntate.merkitty 13392,3,La redistribuzione attraverso l’immigrazione 13401,h,paese è così passato dai 3 milioni scarsi di abitanti al momento dell’Indipendenza americana agli oltre 300 milioni di oggi, in gran parte frutto dei flussi migratori. 13420,h,Ma sarebbe ancora più utile attuare quelle collaborazioni fiscali internazionali, e le trasmissioni automatiche delle informazioni bancarie, che aiuterebbero i paesi africani a porre termine in maniera ben più sistematica e metodica al saccheggio di cui sono vittime, e di cui sono responsabili tanto le società e gli azionisti europei (di qualunque nazionalità siano) quanto le élite africane meno scrupolose. Anche in questo caso, la trasparenza finanziaria e l’imposta progressiva e mondiale sul capitale sarebbero la risposta più giusta. 13615,b,201704121154: + 44 = 756 = 92% 13622,2,16. La questione del debito pubblico 13638,3,Ridurre il debito pubblico: imposta sul capitale, inflazione o austerità 13648,h,Come abbiamo visto nella Parte seconda del libro, il patrimonio nazionale si avvicina oggi, nella maggioranza dei paesi europei, alle sei annualità di reddito, ed è detenuto quasi totalmente dai privati (cioè dalle famiglie). 13658,h,non dimentichiamo che i patrimoni sono sempre molto concentrati, con oltre il 60% del totale nelle mani del 10% più ricco) possiedono l’equivalente di tutto quanto c’è da possedere in Europa, compresi ovviamente i debiti pubblici.2 13678,h,Il problema è che, se la misura viene applicata su vasta scala, per esempio su scala europea e non solo greca (in Grecia il PIL equivale ad appena il 2% del PIL europeo), è molto probabile che si scateni un’ondata di panico bancario e ne consegua una serie di fallimenti a catena. 13707,w,massicciamente 13719,3,L’inflazione favorisce la redistribuzione delle ricchezze? 13801,3,Che cosa fanno le banche centrali? 13811,p,(l’oro, questa “reliquia barbara”, diceva Keynes). 13859,3,Creazione di liquidità e capitale nazionale 13906,h,La rapidità di esecuzione è appunto la principale forza delle autorità monetarie. 13936,3,La crisi cipriota: quando l’imposta sul capitale fa le funzioni della regolamentazione bancaria 13945,i,lavorano di concerto. 14002,3,L’euro: una moneta senza Stato per il XXI secolo? 14061,3,Il problema dell’unificazione europea 14070,h,Per stabilire il ritmo di alleggerimento del debito comune, in sostanza per colmare il deficit pubblico dell’eurozona, occorre creare un vero parlamento di bilancio dell’eurozona stessa. La soluzione migliore sarebbe quella di comporlo a partire dai deputati dei parlamenti nazionali, in modo da costruire una sovranità parlamentare europea fondata sulle legittimità democratiche nazionali. 14109,h,La soluzione giusta sarebbe disporre di una dichiarazione unica dei redditi a livello europeo, e suddividere poi le entrate con un criterio meno manipolabile di quello attuale dei redditi suddivisi per singola sede. 14130,h,sono tutte imposte che pongono il problema delle multinazionali.34 È perciò evidente che le risposte a queste domande possono essere date solo a livello europeo (o mondiale). La soluzione più giusta? Lo abbiamo detto: affidare al parlamento di bilancio dell’eurozona l’adozione di questi strumenti. ,,Tutto ciò è utopico? Non più della pretesa di creare una moneta senza Stato. ,,Oggi, per i paesi europei, la priorità dovrebbe essere quella di istituire un potere pubblico continentale in grado di riprendere il controllo del capitalismo patrimoniale e degli interessi privati, e di promuovere il modello sociale europeo per il XXI secolo; i piccoli contrasti tra modelli nazionali sono relativamente secondari, tanto più che è in gioco la sopravvivenza di un modello comune.35 14150,3,Potere pubblico e accumulazione del capitale nel XXI secolo ,h,quale sarebbe il livello auspicabile di debito pubblico? Diciamolo subito: non esiste certezza assoluta in proposito, e soltanto la dialettica democratica può aiutare a rispondere alla domanda, in relazione agli obiettivi che si dà una collettività e alle sfide particolari che essa deve affrontare. 14159,q,In una società ideale, si dovrebbe disporre di cinque annualità di reddito nazionale in stock di capitale? o di dieci annualità? 14167,d,la regola r = g, battezzata nel 1961 da Edmund Phelps la “regola aurea dell’accumulazione del capitale”, comporterebbe uno stock di capitale di gran lunga superiore a quelli osservati nel corso della storia, dato che, come abbiamo visto, il tasso di rendimento è risultato sempre nettamente superiore al tasso di crescita. 14169,d,la regola r = g, battezzata nel 1961 da Edmund Phelps la “regola aurea dell’accumulazione del capitale”, 14199,h,Accumulare a sufficienza capitale perché il rendimento scenda al livello della crescita può insomma aiutare a porre fine all’egemonia dei rentiers. 14225,b,201704131222: + 34 = 790 = 96% 14230,3,Legislazione e politica 14237,h,Nel 1992, in occasione della creazione dell’euro, il Trattato di Maastricht ha previsto che il deficit di bilancio non possa superare il 3% del PIL e che il debito pubblico globale debba rimanere inferiore al 60% del PIL.47 La precisa logica economica che presiede alla scelta di queste cifre non è mai stata del tutto chiarita. 14257,h,È un conservatorismo giuridico oggi particolarmente pericoloso per l’Europa, un continente nel quale si tende spesso ad anteporre il diritto assoluto alla libera circolazione delle persone, dei beni e dei capitali al diritto degli Stati di promuovere l’interesse generale, il quale comprende anche il diritto di far pagare le tasse. 14267,h,Il patrimonio pubblico netto è quasi nullo, considerata l’ampiezza dei debiti pubblici, mentre il patrimonio privato netto è talmente elevato che la somma dei due non è mai stata così alta da un secolo a questa parte. 14277,3,Riscaldamento climatico e capitale pubblico 14297,h,conclusioni di Stern mi sembrano più ragionevoli di quelle di Nordhaus, 14317,3,Trasparenza economica e controllo democratico del capitale 14317,i,Più in generale, mi pare importante insistere, 14347,h,Affinché la democrazia riesca un giorno a riprendere il controllo del capitalismo, bisogna innanzitutto partire dal principio che le forme concrete della democrazia e del capitale sono ancora e sempre da reinventare.60 14452,h,Il parlamento potrebbe essere composto da una cinquantina di membri per ciascun grande paese dell’eurozona, in proporzione alla popolazione. I membri potrebbero essere un’emanazione dei rispettivi ministeri delle finanze e degli affari pubblici dei parlamenti nazionali, oppure essere scelti altrimenti. Il nuovo trattato europeo adottato nel 2012 prevede una “conferenza dei parlamenti nazionali”, ma si tratta di un’assemblea puramente consultiva, senza un potere proprio, e pertanto senza un debito comune. 14518,d,La quota di capitale è data da α = r × β. Sul lungo termine, sarà β = r/g, quindi α = s × r/g. Quindi, ancora, α = s se r = g, e α > s se e solo se r > g. Cfr. allegato tecnico. 14532,d,Teoria generale dedicati all’eutanasia dei rentiers (capp. 16 e 24) Keynes sviluppi un’idea prossima a quella della “saturazione del capitale”: accumulando troppo capitale i rentiers perderanno il loro rendimento e finiranno per “suicidarsi”. Tuttavia Keynes non precisa fino a che punto dovrà arrivare l’accumulazione (nessuna traccia dell’equazione r = g), e non prende in considerazione, in modo esplicito, un’accumulazione pubblica. 14546,d,“regola aurea” (golden rule, in inglese) rimanda all’idea di una regola morale che consenta di fissare i doveri di ciascuno nei confronti degli altri. 14616,2,Conclusioni 14616,d,In quest’opera ho tentato di presentare lo stato attuale delle nostre conoscenze storiche sulla dinamica della distribuzione dei redditi e dei patrimoni a partire dal XVIII secolo, e di verificare quali insegnamenti sia possibile trarne per il secolo che si è aperto da poco. 14623,3,La contraddizione di fondo del capitalismo: r > g 14623,h,legati in particolare alla diffusione delle conoscenze e delle competenze, ma anche potenti fattori di divergenza, potenzialmente minacciosi per le nostre società democratiche e per i valori di giustizia sociale sui quali esse si fondano. 14632,h,Le conseguenze possono essere preoccupanti per la dinamica a lungo termine della distribuzione delle ricchezze, soprattutto se viene sommata alla disuguaglianza relativa al volume del capitale iniziale, e se il processo di divergenza delle disuguaglianze patrimoniali si verifica a livello mondiale. 14641,La soluzione giusta è l’imposta progressiva annua sul capitale. Solo in questo modo diventa possibile evitare la spirale della disuguaglianza senza fine, salvaguardando al tempo stesso le forze della concorrenza e gli incentivi alla produzione di nuove accumulazioni primarie. 14660,h,Ma, a mio avviso, se si vuole riprendere davvero il controllo del capitalismo, non esiste altra scelta se non quella di scommettere fino in fondo sulla democrazia, soprattutto su scala europea. 14670,h,Solo l’integrazione politica regionale ci dà però la possibilità di pensare a una regolamentazione efficace del capitalismo patrimoniale globalizzato del XXI secolo. 14670,3,Per un’economia politica e storica 14678,d,Preferisco di gran lunga l’espressione “economia politica”, che è forse un po’ vecchiotta ma ha il merito di mettere in luce quella che, secondo me, è l’unica peculiarità dell’economia accettabile nell’ambito delle scienze sociali: la prospettiva politica, normativa e morale. 14678,h,è troppo facile per i ricercatori di scienze sociali porsi al di fuori del pubblico dibattito e del confronto politico, e limitarsi a svolgere il ruolo di commentatori e demolitori di ogni discorso e di ogni statistica. 14688,h,invece impegnarsi nel pubblico dibattito e nella libera dialettica democratica. 14688,h,Per troppo tempo gli economisti hanno cercato di definire la propria identità a partire dai loro presunti metodi scientifici. In realtà, tali metodi sono soprattutto fondati su un uso smodato dei modelli matematici, i quali si risolvono spesso in un pretesto per farsi spazio e dissimulare la vacuità del ragionamento. 14697,h,Non si capirà mai la storia del XX secolo facendo finta che la prima guerra mondiale non sia mai avvenuta, oppure che non siano mai state istituite l’imposta sul reddito e la pensione a ripartizione. Le cause storiche sono ovviamente difficili da stabilire con certezza: siamo sicuri che quella tale politica abbia avuto quel tale effetto, oppure quell’effetto non sarà stato determinato da un’altra causa? 14706,h,Gli economisti, se vogliono davvero rendersi utili, devono soprattutto imparare a essere più pragmatici nelle loro scelte metodologiche, fare tabula rasa delle proprie certezze, se occorre, e porsi in rapporto con le altre scienze sociali. 14706,3,Ciò che conviene ai più poveri 14715,q,libro dedicato nel 1965 da Jean Bouvier, François Furet e Marcel Gilet alle dinamiche del reddito in Francia nell’Ottocento (Le mouvement du profit en France au XIXe siècle), un libro che merita di essere riletto, perché è una delle opere più esemplari della storia “basata sui dati” che ha prosperato in Francia nel XX 14754,h,Ma è anche vero che i ricercatori di scienze sociali (tutte le scienze sociali), i giornalisti e i responsabili di tutti i tipi di media, i militanti sindacali e politici di ogni tendenza, e in primo luogo tutti i cittadini, dovrebbero interessarsi al denaro, alla sua misurazione, ai fatti e ai processi che lo riguardano. Chi ne ha molto non dimentica mai di difendere i propri interessi. Il rifiuto della contabilità ha raramente giovato ai più poveri. 14760,b,201704141254: + 29 = 819 = 100% 14764,2,Fine ### enitfi #eng A cornerstone of applied economics Capital in the twenty-first century by Thomas Piketty is a truly tremendous book. The performance of Piketty can only be compared with no less that of Adam Smith as the founder of the economics discipline and the study of market economy and J M Keynes as the initiator of genuine macroeconomic considerations in the formulation of government policies. Now comes Piketty from dismal nowhere to full light with his treatment of inequality in the distribution of global capital and income. His study is based on worldwide data and two centuries of development with complete awareness of the adequacy and limitations of the available data. He has divided the world into half a dozen of regions with different characteristics of their stages of economic development. Piketty's great merit is that he does not hesitate in presenting ideas for worldwide management of this inequality of capital return and growth of productivity. All for the benefit of worldwide economic stability. Admirable is his clarity and perspicacy of presentation of the enormous amount of data he is using. Piketty if anybody for his pioneering contribution in this most important analysis and management of basic economic processes also deserves the most appreciated premiums in the field. As a representant of the professional education I consider it of the highest practical necessity that an abbreviated to one third or one quarter edition of this volume be prepared for educational purposes on the very first level, preferably by Piketty himself. The subject matter of this study is of primary urgency for future economists but this book is quite too wide to be used as a normal text book for exams. Also the very basic concepts of this study should be found in Wikipedia to be easily and constantly referenced for reading the text. At the moment that is astonishingly not the case. Awaiting that, copying from the book to own extended clipboard is a practical piece of advice. No amount of stars is too big for this completely exceptional book, both for its merits in readability and importance of the subject treated, five stars seems too little. #ita Una pietra miliare di Economia Applicata Capitale nel XXI secolo da Thomas Piketty tratta di un libro davvero eccezionale. Le prestazioni di Piketty non può che essere non inferiore rispetto a quella di Adam Smith come il fondatore della disciplina economia e lo studio di economia di mercato e JM Keynes come l'iniziatore di considerazioni macroeconomiche genuini nella formulazione delle politiche di governo. Ora arriva Piketty da nessuna parte a piena luce con il suo trattamento di disuguaglianza nella distribuzione del capitale globale e di reddito. Il suo studio è basato su vasto mondo di dati e due secoli di sviluppo con piena consapevolezza della adeguatezza e limitazioni dei dati disponibili. Ha diviso il mondo in una mezza dozzina di regioni con differenti caratteristiche dei loro stadi di sviluppo economico. Grande merito di Piketty è che egli non esita a presentare idee per l'ampia gestione mondiale di questa disparità di rendimento del capitale e la crescita della produttività. Tutto a vantaggio della stabilità economica mondiale. Ammirevole è la sua chiarezza di presentazione e perspicacitá dell'enorme quantità di dati che sta usando. Piketty se qualcuno per il suo contributo pionieristico nel presente avviso più analisi e la gestione dei processi economici fondamentali anche merita i premi più apprezzati del settore. Come representante della formazione professionale, ritengo della massima necessità pratica che un abbreviato a un terzo o un quarto edizione di questo volume essere preparati per scopi didattici nel primo livello, preferibilmente da Piketty se stesso. L'oggetto di questo studio è di urgenza primaria per gli economisti future, ma questo libro è abbastanza troppo ampio per essere usato come un libro di testo normale per gli esami. Anche i concetti di base di questo studio dovrebbero essere trovati in Wikipedia per essere facilmente e costantemente riferimento per la lettura del testo. Al momento sorprendentemente non è questo il caso. In attesa, copiando dal libro di possedere appunti esteso è un pezzo pratico di consigli. Nessuna quantità di stelle è troppo grande per questo libro del tutto eccezionale, sia per i suoi meriti in leggibilità e l'importanza della materia di trattati, cinque stelle sembra troppo poco. #fin Sovelletun taloustieteen kulmakivi Thomas Pikettyn Pääoma 21. vuosisadalla on todella suurenmoinen kirja. Pikettyn suoritusta voi verrata vain Adam Smithn tekoihin taloustieteen perustajana ja markkinatalouden tutkijana ja J M Keynesiin aloitteentekijänä aidon makrotalouden näkökohtien käyttöönotossa hallituksen politiikan muotoilussa. Nyt tulee Piketty tyhjästä täyteen valoon tutkimuksellaan globaalin pääoman ja tulojen epätasaisesta jakautumisesta. Hänen tutkimuksensa perustuu maailmanlaajuisiin tietoihin ja kahden vuosisadan kehityksen täysin tietoisena käytettävissä olevien tietojen riittävyydestä ja rajoituksista. Hän on jakanut maailman puoleen tusinaan alueita, joilla on erilaiset ominaisuudet ja taloudellinen kehitystaso. Pikettyn suuri ansio on, että hän ei epäröi esittää ideoita siitä kuinka voitaisiin maailmanlaajuisesti hallinnoida tätä epätasaista pääoman tuoton ja tuottavuuden kasvua. Kaikki tämä maailmanlaajuisen taloudellisen vakauden edistämiseksi. Ihailtavaa on hänen tarkkanäköisyytensä ja esityksen selkeys valtavan datamäärän käyttäjänä. Piketty jos kuka ansaitsee alan arvostetuimmat palkinnot uraauurtavasta panoksestaan näiden tärkeiden ja perustavaa laatua olevien taloudellisten prosessien analysoimisesta. Alan ammatillisen koulutuksen edustajana katson käytännön kannalta välttämättömäksi, että kolmannekseen tai neljännekseen lyhennetty laitos tästä kirjasta on toimitettava opetustarkoituksiin ensimmäisellä tasolla, mieluiten Piketty itse laatimana. Tutkimuksen aihe on ensiarvoisen tärkeä tuleville ekonomisteille, mutta tämä kirja on liian laaja käytettäväksi tavallisena oppikirjana opintosuorituksissa. Myös tutkimuksen tärkeimmät peruskäsitteet olisi löydyttävä Wikipediassa, jolloin niihin on helppo viitata ja jatkuvasti käyttää tekstiä luettaessa. Tällä hetkellä hämmästyttävää kyllä niin ei ole asian laita. Odotellessa on käytännöllinen neuvo kopioida ne kirjasta omalle laajennetulle leikepöydälle. Mikään määrä tähtiä ei ole liian iso tälle täysin poikkeukselliselle kirjalle sekä sen ansioista ​​luettavuudessa että sisällön tärkeydessä, viisi tähteä tuntuu liian vähältä.